di Barbara Gallicchio (medico-veterinario comportamentalista, esperta in Patologie del Comportamento e in Etologia Applicata degli animali d’affezione)
Come in una tragedia shakespeariana, un maschio estraneo a un gruppo sociale arriva, si batte e sconfigge il maschio residente, uccide i suoi figli piccoli e si accoppia con le femmine. Questo quadro raccapricciante accade sul serio, e in una vasta percentuale di animali, soprattutto carnivori sociali.
In molte specie le strategie evolutive hanno premiato vie alternative, di cui la più efficace è la copulazione multipla – una femmina si accoppia con più maschi residenti – che inibisce l’infanticidio di neonati che un maschio potrebbe distruggere, non essendo suoi, allo scopo egoista di accelerare il rientro in estro della femmina (una volta privata dei cuccioli, cessando l’allattamento cessa anche l’inibizione a un nuovo ciclo). La copula multi-maschile rende confusa la paternità, ed è quindi un potente deterrente all’infanticidio (i maschi non sanno se i cuccioli sono figli loro).
La presenza o l’arrivo di un maschio estraneo nel gruppo sono così associati a una percentuale di inibizione al successo della gravidanza (attraverso modificazioni ormonali mirate a evitare l’impianto degli embrioni o favorirne il riassorbimento), fenomeno considerato adattativo ad evitare proprio che lo sforzo riproduttivo venga invalidato dall’infanticidio (il cosiddetto “Bruce effect“).
Nei cani maschi normo-comportamentali in effetti sono eventi rarissimi (non così tra femmine di alto rango verso quelle di basso rango!) e si è voluto verificare se la mancata gravidanza in femmine correttamente accoppiate, sia o meno sensibile al tipo e alla composizione del gruppo sociale.
In effetti, le femmine che si accoppiano con maschi residenti e restano inserite nel gruppo, hanno molte più chance di gravidanze di successo. Tra le femmine che vengono portate ad accoppiarsi fuori, come d’uso, quelle che rientrano nel gruppo stabile che contenga almeno un maschio, hanno il quadruplo delle probabilità di portare con vantaggio a termine la gravidanza, rispetto a quelle che rientrano e vengono tenute da sole.
In ultimo, anche il numero di femmine del branco ha un peso: le femmine accoppiate fuori che rientrano in un numeroso gruppo femminile hanno più rischi di fallire, rispetto a quelle che sono parte di un gruppo numeroso e unite con un maschio residente.
Qualcosa su cui riflettere, per chi suggerisce che i cani non siano più animali “di branco”.